Giulio Iacchetti, gli oggetti disobbedienti e il design inclusivo
Di segni e di forme - Architetti e designer italiani si raccontano - Un pódcast de Radio 24
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Per Giulio Iacchetti e per la sua poetica progettuale il design deve misurarsi con una certa “estensione democratica”. Due volte compasso d'oro, attento all'evoluzione del rapporto tra artigianalità e design e alla ricerca di nuove tipologie di oggetti di design, il suo è un approccio quasi sentimentale alla progettazione. Classe 1966, arrivato alla professione da autodidatta, all'insegna di un design inclusivo gli oggetti che crea, per sua stessa definizione, sono oggetti "disobbedienti". “Ogni oggetto nuovo che viene disegnato - racconta - disobbedisce alla regola della continuità con quello precedente. E poi - sottolinea - la disobbedienza è molto più interessante dell’obbedienza”.