"Cuore nero" di Silvia Avallone e "Il delitto della montagna" di Chicca Maralfa

Il cacciatore di libri - Un pódcast de Radio 24 - Sabados

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Un romanzo su due esistenze danneggiate dal male: lei il male l'ha compiuto, lui l'ha subìto. Entrambi vivono nel senso di colpa e nella sensazione dolorosa di non avere diritto al desiderio e alla felicità, addirittura di non avere il diritto alla vita. Queste due esistenze sono al centro di "Cuore nero" (Rizzoli) di Silvia Avallone che, con la sua opera prima "Acciaio" diventata anche un film, era stata finalista al Premio Strega nel 2010. In questo nuovo romanzo la protagonista è Emilia che decide di andare a vivere in un minuscolo borgo di montagna abitato solo da due persone. Una di queste è Bruno, un uomo solitario, ferito da quel male che è stato costretto a subire. Emilia, invece, il male l'ha compiuto: quando era adolescente aveva commesso un reato per il quale aveva passato un periodo in carcere. Nella seconda parte parliamo di "Il delitto della montagna", un giallo di Chicca Maralfa (Newton Compton Editori) in cui torna per la seconda volta il luogotenente dei Carabinieri Gaetano Ravidà, detto Ninni. Ravidà ha lasciato Bari dopo la fine del suo matrimonio e si è trasferito in Veneto, ad Asiago, dove comanda la locale stazione dei Carabinieri. Mentre si sta occupando di crimini ambientali, si trova a indagare su alcuni omicidi, a iniziare da quello di un uomo ucciso alcuni anni prima e il cui cadavere mummificato viene ritrovato in una cava di marmo.

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