INTERVISTE OTTOLINE - PINO ARLACCHI:declino USA, nuovo ordine multipolare e il suicidio dell’Europa
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*i pipponi del Marrucci* INTERVISTE OTTOLINE - PINO ARLACCHI:declino USA, nuovo ordine multipolare e il suicidio dell’Europa la qualità umana e intellettuale del personale politico del partito unico della guerra e degli affari che da almeno 3 decenni nell’occidente collettivo porta avanti l’agenda della controrivoluzione neoliberista guidata da washington è di una mediocrità disarmantee le eccezioni si contano sulle dita di una manomozzatatra queste, un posto d’onore spetta senza nessun dubbio a Giuseppe Arlacchi, meglio noto come Pino: un rarissimo esempio di civil servant senza macchia, in grado nell’arco di oltre 40 anni di rappresentare fin nel cuore delle massime istituzioni dell’ordine liberale in declino il punto di vista del 99%non dovrebbe sorprendereArlacchi infatti è il degno erede del migliore dei maestri, il nostro caro e intramontabile Giovanni Arrighifu infatti proprio Arrighi a volerlo al suo fianco appena ventiseienne all’università della Calabria, da dove insieme lanciarono una delle esperienze più entusiasmanti di indagine sociologica a tutto tondo della storia dell’accademia italianaè la ricerca che nel 1980 portò alla pubblicazione di “mafia, contadini e latifondo nella calabria tradizionale. le strutture elementari del sottosviluppo”. un testo monumentale, che riuscì a portare le lande desolate del meridione più arretrato all’attenzione della grande accademia internazionale, a partire dal leggendario eric hobsbawm, che ne promosse la traduzione presso la prestigiosa Cambridge University PressNon era una divagazione esoticasulla falsa riga dell’insegnamento di Arrighi, piuttosto, era il risultato di un approccio sistemico al capitalismo che superava la vulgata propagandistica secondo la quale la persistenza di aree arretrate sarebbe da attribuire appunto all’incompleto sviluppo capitalistico, ma al contrario, vedeva nel rapporto dialettico tra capitalismo avanzato e sottosviluppo il motore stesso del capitalismo realeun approccio che Arlacchi avrebbe continuato a sviluppare in mille direzioni diverse negli oltre 40 anni successivi, mettendolo sempre nella condizione di svelare la falsità congenita della narrazione liberaloide e suprematistaè per questo che quando ho incrociato Pino pochi giorni fa a Samarcanda, mi è subito sembrato il luogo più naturale dove incontrarlosi stava svolgendo il XVI Forum economico eurasiatico di Verona. un raro tentativo da parte dell’Italia migliore di continuare a tessere reti e relazioni con il nuovo mondo che avanza, mentre il resto del paese marcia deciso a suon di suprematismo misto a subordinazione verso l’autodistruzionela chiacchierata che ne è scaturita, è probabilmente la migliore intervista che come ottolina abbiamo mai portato a casa, e che abbiamo ritagliato in fretta e furia per tenervi compagnia oggiun’intervista dove Arlacchi ripercorre con una lucidità disarmante gli snodi cruciali del percorso analitico che come ottolina proviamo a portare avanti da sempre: dal declino dell’impero militare USA, alle contraddizioni dell’impero finanziario fondato sugli interessi egoistici di una ristretta oligarchia totalitaria per passare all’ascesa di un nuovo ordine multipolare fondato sugli interessi comuni di stati sovrani che hanno adottato sistemi economici di carattere sviluppista e finire con il suicidio volontario degli alleati/vassalli degli USAbuona visione