2. Guerra alle carceri
Zitta e buona - Germana Stefanini e le donne vittime del terrorismo rosso - Un pódcast de Radio 24
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Germana Stefanini, la vigilatrice penitenziaria nelle mani di una banda armata che si fa chiamare Nuclei per il potere proletario armato, non è la prima donna ad essere bersaglio del terrorismo rosso. Prima di lei, il 3 dicembre 1982, tocca a un medico penitenziario di nome Giuseppina Galfo. Vive vicino al Colosseo insieme ai suoi genitori e chi la conosce le attribuisce tre aggettivi: ottimista, irruenta e temeraria. Divide le sue giornate tra il lavoro nel carcere di Rebibbia e il suo studio clinico al primo piano di una grossa palazzina in via Pian due torri al numero 19, alla Magliana. È qui che i Nuclei per il potere proletario la vanno a cercare. La definiscono boia e torturatrice, anche con lei registrano tutto il duro interrogatorio a cui la sottopongono prima di portare a termine un verdetto di morte già sentenziato dal “Tribunale del Proletariato”. Con l’attentato a Giuseppina Galfo, dall’esito inaspettato, la banda sovversiva dà ufficialmente il via ad una personale campagna contro le carceri.